Home » Libri » WALDEN OVVERO VITA NEI BOSCHI (H.D. THOREAU)
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L’AUTORE

Henry David Thoreau è nato in una famiglia modesta, si laureò ad Harvard nel 1837. Intrattenne una profonda amicizia con Ralph Waldo Emerson e con altri pensatori trascendentalisti. Vicino a tale concezione, il suo riformismo partiva dall’individuo, prima che dalla collettività, e difendeva uno stile di vita in profondo contatto con la natura. La morte del fratello, avvenuta nel 1842, fu per lui un grande dolore.

Nel 1845, per sperimentare una vita semplice e per protesta contro il governo, si stabilì in una piccola capanna da lui stesso costruita presso il lago di Walden. Qui poté dedicarsi a tempo pieno alla scrittura e all’osservazione della natura.

Dopo due anni, nel 1847, lasciò il lago di Walden per vivere col suo amico e mèntore Ralph Waldo Emerson e la sua famiglia a Concord. Nel 1846 Thoreau rifiutò di pagare la tassa che il governo imponeva per finanziare la guerra schiavista al Messico, da lui giudicata moralmente ingiusta e contraria ai principi di libertà, dignità e uguaglianza degli Stati Uniti. Per questo, in seguito, fu incarcerato per una notte (e liberato il giorno successivo quando, tra le sue vibrate proteste, sua zia pagò la tassa per lui). Dopo qualche anno, nel 1849, scrisse il saggio ‘Disobbedienza civile‘. Nel 1854 pubblicò “Walden, ovvero La vita nei boschi“, nel quale descriveva la sua esperienza di vita sul lago Walden. Morì nel 1862.

IL TESTO

Non posso non meravigliarmi di come la sensibilità dell’autore che si evince dai pensieri e dai concetti che le sue esperienze di vita gli hanno fatto nascere siano molto simili ai miei. Sono contento, ancor prima di leggere questo autore, in me è nata la convinzione della doverosa ricerca di una decrescita. La nostra società è andata oltre il necessario, costruendo una struttura in troppe occasioni artificiosa. Faccio molta fatica a constatare come il rapporto tra le persone sia troppe volte un rapporto basato sul denaro e non sui sentimenti umani. Il dato di fatto è che siamo esseri umani ma non ci comportiamo secondo le nostre caratteristiche e i nostri talenti.

“Persino in questo paese relativamente libero, gli uomini, nella maggior parte (per pura ignoranza ed errore), sono così presi dalle false preoccupazioni e dai più superflui e grossolani lavori per la vita, che non possono cogliere i frutti più saporiti che questa offre loro: le fatiche eccessive cui si sottopongono hanno reso le loro dita troppo impacciate e tremanti. In effetti, un uomo che lavora duramente non ha abbastanza tempo per conservare giorno per giorno la propria vera integrità: non può permettersi di mantenere con gli altri uomini i più nobili rapporti, perché il suo lavoro sarebbe deprezzato sul mercato; ha tempo solo per essere una macchina”.

Nella mia esperienza africana ho percepito chiaramente come la società moderna abbia creato strati e strati di complessità che rendono l’esperienza di vita troppo poco naturale. Le cose di tutti i giorni sono vissute in un modo alienato, allontanati dalla nostra vera natura.

“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita (..) per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto. (..) Volevo vivere profondamente e succhiare tutto il midollo della vita e vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici; se si fosse rivelata meschina, volevo trarne tutta la genuina meschinità, e mostrarne al mondo la bassezza; se invece fosse apparsa sublime, volevo conoscerla con l’esperienza.

“Se gli uomini osservassero continuamente solo la realtà e non si lasciassero ingannare, la vita (per paragonarla a ciò che si conosce) sarebbe simile a un racconto di fate, agli intrattenimenti delle MILLE E UNA NOTTE. Se rispettassimo solo ciò che è inevitabile e che ha diritto di essere, la musica e la poesia risuonerebbero per le strade. Quando siamo calmi e pieni di saggezza, ci accorgiamo che solo le cose nobili e grandi hanno un’esistenza assoluta e duratura, mentre le piccole paure e i piccoli piaceri sono solo l’ombra della realtà”.

Anchre l’autore pone molta attenzione a non considerare la propria esperienza e l’elaborazione mentale che ne consegue come universale. Sa che ciò che lui ha vissuto è ciò che intimamente la sua vita gli ha chiesto e magari non si adatta ad altre persone.

“Non vorrei che nessuno adottasse il mio modo di vivere, desidero che al mondo ci siano tante persone diverse quanto più è possibile e vorrei che ciascuno fosse cosi accorto di trovare e seguire la propria strada non quella di altri. E’ solo avendo un punto fisso e matematico che si può essere saggi, come il marinaio. Forse non arriveremo in porto nel tempo stabilito ma avremo seguito il vero cammino”.

Mi piacerebbe riscontrare nelle persone e in me un aspetto del carattere in modo sincero e forte: la capacità di donarsi e donare, in modo non circostritto ma del tutto naturale come l’acqua è bagnata e il fuoco caldo.

“Di un uomo, io voglio il fiore e il frutto; voglio che un po’ della sua fragranza giunga anche a me, e che un po’ della sua maturità arricchisca il nostro rapporto. La sua bontà non deve essere un atto parziale e transitorio, ma una costante sovrabbondanza che non gli costa nulla e della quale È inconscio”.