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Samuel Morse è conosciuto a tutti per l’omonimo ‘codice Morse’ da esso inventato ma prima di essere un inventore lui è stato un pittore di fama. Ha fin da tenera età dimostrato grandi abilità nella pittura tanto che senza l’aiuto della famiglia che per ragioni economiche non aveva potuto sostenerlo nella sua arte e nei suoi studi, lui riesce comunque a frequentare le scuole che vuole e a coltivare il proprio talento tanto da arrivare alla fama che gli permetterà di realizzare i ritratti di potenti personaggi della sua epoca, tra cui Adams il secondo presidente degli USA e il generale napoleonico La Fayette. Ed è proprio durante la realizzazione di tale ritratto in terra inglese e lontano da casa, che nella vita di M. succede un episodio che lo spingerà al limite del suo ingegno e permetterà all’umanità di potersi avvalere di una grande invenzione da lì per sempre. Infatti gli arriva una lettera dal padre che gli annuncia la morte improvvisa della moglie a seguito delle complicanze del parto che lei aveva da poco sostenuto. A seguito di tale evento drammatico, nella testa e nel cuore del giovane pittore si instaura il desiderio che un tale evento non possa succedere più a nessuno, dopodichè sarà la vita a offrirgli la possibilità di realizzare questo suo sogno.

E’ nel viaggio di ritorno dall’ Inghilterra che sente parlare di elettromagnetismo e cerca di capirci qualcosa di meglio.. Tornato si impegna in esperimenti chimici e fisici ed alcune settimane dopo costruisce il primo apparato telegrafico, composto inizialmente dalla sola cornice di un quadro recuperata dal suo studio di pittura, alcune ruote in legno ricavate da un vecchio orologio e un’elettrocalamita. Ma è solamente nel 1835 che questo rudimentale telegrafo, dopo innumerevoli tentativi, fu ultimato e sperimentato. Nello stesso anno Morse entrò a far parte del corpo insegnante dell’Università di New York come professore di storia dell’arte, andando ad abitare in una casa a Washington Square. Qui installò un laboratorio e progettò un trasmettitore automatico con il quale sperimentò il prototipo del codice che poi prese il suo nome. Due anni dopo Morse trovò due soci che lo aiutarono a perfezionare il telegrafo di sua invenzione: Leonard Gale, un professore di scienze dell’Università di New York, e Alfred Vail. Con l’aiuto dei suoi nuovi soci, Morse nel 1837 richiese un brevetto per il nuovo apparecchio, a cui si aggiunse successivamente l’invenzione di un codice punto-linea che sostituiva le lettere e che rendeva più fulminea la comunicazione. Tranne alcune successive modifiche di dettaglio, era infatti nato il codice Morse.

Il 24 Maggio 1844 fu inaugurata la prima linea telegrafica che collegava Washington con Baltimora. In quell’anno il caso volle che proprio a Baltimora si tenesse la Convenzione del Partito Whig e fu proprio in quelle circostanze che la sua invenzione ebbe una risonanza straordinaria, tale da renderlo finalmente famoso, grazie al fatto che telegrafando a Washington, i risultati della Convenzione arrivarono due ore prima del treno che ne portava le notizie.

In breve, l’uso della telegrafia, in parallelo con la quasi coetanea invenzione della radio da parte di Marconi, si diffuse in tutto il mondo con un successo incontrastato, grazie al fatto che con essa era possibile comunicare a grandi distanze con mezzi tutto sommato semplici. In Italia la prima linea telegrafica fu realizzata nel 1847 e collegava Livorno con Pisa. L’invenzione dell’alfabeto Morse, poi, ha rappresentato una svolta nella storia dell’umanità, nella sicurezza, nelle comunicazioni in tempo reale. La storia della marineria, civile e militare, è piena di esempi di grandi salvataggi realizzati grazie al Telegrafo senza fili.

Una curiosità: per la prima volta dopo 60 anni viene aggiunto un simbolo all’alfabeto in codice inventato da Samuel Morse; è il 3 maggio 2004 il giorno del battesimo della chiocciola telematica ‘@’

E’ la storia di come una caduta si sia trasformata in una grande ascesa sia per la sua vita che per quella di tutta l’umanità. Mi chiedo come la vita dia ad una sola persona così tanti talenti e la forza e la costanza di poterli sfruttare per il bene di tutti. Chapeau.