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L’isola dei mancini (Alexandre Jardin)

Questo romanzo parla di un aristocratico inglese che non spicca in nulla se non nell’arte di amare con tutto se stesso.

L’inizio racconta in modo iperbolico di quando si innamora di una donna e decide di farsi duemila km in bicicletta per andare a trovarla e che, dopo aver ricevuto il rifiuto di lei, si cimenta in 14 anni di clausura: 7 presso una biblioteca storica dove divora tonnellate di libri sull’amore da divorare avidamente e 7 presso una tribù di feroci guerrieri in Papuasia. Questa prima parte è la più riuscita a livello di resa letteraria, una pagina tira l’altra con un tono dissacrante e esagerato.

Dopo questo periodo si trova maturo e pronto alla conquista di questa femmina di cui si sente innamorato, che nel frattempo si è sposata (ops). Con un carteggio fitto riesce ad attrarre la sua attenzione fino a farla innamorare di sè fino a che non si trovano a vivere la loro passione di amanti che poi sfocierà in un matrimonio e nella creazione di una famiglia.

Tant’è che dopo alcuni anni di matrimonio viene a conoscenza di un’isola oceanica non presente nelle mappe e fondata da utopisti francesi, dove l’unico scopo è di amare le proprie mogli a pieno e distaccandosi così dalla tradizione del mondo ‘dei destri’ devoto al lavoro. Convince la moglie e la famiglia a sbarcare su quest’isola e a vivere questo percorso sconosciuto e affascinante di emancipazione dagli uso e costumi che una persona apprende fin dalla propria infanzia ma che limitano nell’innata capacità di amare veramente, ad esempio il proprio partner.

Sull’isola esistono degli usi particolari. Il marito all’arrivo deve costruire una casa di mano propria, che rispecchi il carattere e i desideri della moglie. La casa avrà 2 porte e delle parti private affinché ad ogni coniuge sia garantita la libertà. Per conoscersi meglio la coppia deve soggiornare sull’isola del silenzio (dove lei tradirà lui), della verità (dove per settimane i due sposi si diranno apertamente ciò che di più intimo la relazione ha fatto nascere in loro e lui le confiderá a sua volta il suo tradimento), poi arriva la ‘quaresima dei gauchers’ in cui per 40 giorni è proibito fare sesso e nella quale il potere di seduzione femminile è libero di emergere senza paure e ritegni. Un altro avvenimento è il ‘carnevale dei gauchers’ dove il marito e la moglie si scambiano i vestiti e i ruoli, facendo sì che uno faccia da specchio all’altro.. Tutte queste usanze e prove tipiche dei gauchers mettono a dura prova la coppia che o scoppia o arriva a conoscersi meglio, più profondamente.

Tutto questo a me che sono un utopico porta a sognare veramente di poter vivere in una comunità dove il tempo e le energie siano spese per nutrire e far emergere i lati più umani e di amorevole apertura che giacciono in ognuno di noi. Alcune delle linee guida che l’autore propone come coadiuvanti a questo scopo di amare pienamente è il fatto di essere sinceri, onesti con il partner, fare astinenza, scambiarsi i ruoli, praticare il silenzio, sono ciò che vorrei vivere in un rapporto di coppia, al fine di rendere il legame né esclusivo né distruttivo ma allo stesso tempo appagante e amorevole.