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Joseph Pulitzer è un giornalista ungherese emigrato negli Stati Uniti nella seconda metà dell’ 800. La sua filosofia è che

Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via (J. Pulitzer).

PRIMI ANNI IN AMERICA

Appena in America combatté durante al Guerra di secessione america. Dopo la fine degli scontri si stabilì a St Louis nel Missouri, dove cominciò a lavorare per un quotidiano in lingua tedesca, il Westliche Post. Fu candito prima tra le file del partito repubblicano, dopodichè divenne un deputato e riferimento tra le fila democratiche.

GLI ANNI DA IMPRENDITORE

In pochi anni Pulitzer  acquista il giornale in cui lavora e successivamente rileva anche il secondo giornale della sua città, fondendoli in un’unica testata. Inizia così la scalata che lo porterà verso la sua nuova vita di magnate e imprenditore in bilico tra la cinismo e filantropia.

Successivamente si sposterà a New York dove rileva il New York World in grande crisi e lo risolleva facendosi conoscere a tutta la nazione. Fermamente convinto che il giornalismo possa contribuire a migliorare la società, ha un sogno: creare la prima scuola di giornalismo al mondo e un premio (consegnato per la prima volta nel 1917) per i migliori giornalisti. Propone il progetto alla Columbia University che inizialmente lo rifiuta.

INCONTRO CON BUTLER

Ma qualche anno dopo il nuovo rettore, il flisofo diplomatico e pedagogista Nicholas ‘miracolus’ Butler, recupera il progetto e convoca Pulitzer, dimostrando lungimiranza nell’accogliere l’idea di un personaggio così eccentrico come Pulitzer. Da questo incontro nasce la scuola di giornalismo e soprattutto il premio che ancora oggi è considerato il più prestigioso riconoscimento giornalistico (oggi diviso in 20 categorie). Nei primi anni la facoltà di giornalismo contava 180 iscritti di cui 36 donne. Nel 1931 Butler vince il premio nobel per la pace, per le sue idee e la sua attività a favore della società (inventa il collegio docenti).