Home » Libri » Avere o Essere (E. Fromm)
  []

NOTE BIOGRAFICHE

Erich Fromm nasce nel 1900 nasce a Francoforte da una famiglia religiosa di origine Ebraiche. Nel 1919 contribuisce alla nascita dell’istituto di psicanalisi di Francoforte. Fa parte del circolo di Sigmund Freud “Società psicologica del mercoledì”, poi del circolo “Séminaire des enfants” che si rivolge ai più indigenti. Nel 1930 pubblicò la sua prima tesi sulla funzione delle religioni su una rivista edita da Freud chiamata Imago. Dal 1934 è psicologo negli Stati Uniti. Reinterpreta Marx in chiave umanista; nei sui scritti riporta numerose citazioni della bibbia e dei poeti romantici tedeschi. Insegna a Yale, a Palo Alto e in Messico dove si trasferì nel 1950 ed infine nel 1974 si trasferì in Svizzera.
Fromm pone l’accento sul ruolo che l’ambiente può giocare all’interno dello sviluppo della malattia psichica individuale, ovvero: come una società malata possa condizionare e portare alla malattia individui che nascono sani (Freaud inizialmente ha cercato le cause delle sofferenze nella vita delle persone nelle proprie infanzie e poi nella storia dell’umanità);

Partendo in primo luogo dai primi lavori di Karl Marx poneva l’enfasi sull’ideale della libertà personale, mancante nei paesi del socialismo reale, giudicati essere come una forma di capitalismo di stato lontani dall’ideale marxista di libertà. Vedeva tanto in Occidente, quanto nell’Europa dell’Est all’opera delle strutture sociali disumanizzanti, dominate dagli apparati burocatrici, con il risultato di un universale fenomeno sociale di alienazione.

AVERE O ESSERE

Il libro è molto interessante e di gradevole lettura. Presenta degli spunti che per me sono stati originali mentre la sostanza delle affermazioni pone le radici nella filosofia dell’interessere che io già ho avuto modo di conoscere. L’autore pone l’attenzione a come la società moderna sia dominata dalla FEDE assoluta per il progresso inteso come possibilità infinita di consumo, illimitata libertà e dominio sulla natura e a come le attuali difficoltà di ordine sociale e psicologico siano dovute alla presa di consapevolezza dei limiti di questo re ormai incontrastato dall’era della prima rivoluzione industriale. Fede assoluta per il progresso che si basa su due caratteristiche della società: EDONISMO TOTALE (il fine della vita è l’accumulo di piaceri) e EGOTISMO (pensare a me è il miglior modo di vivere).

DUE MODALITA’ DELL’ESISTENZA

Nella prima parte del libro, l’autore analizza campo per campo come sia possibile svolgere le proprie attività di lettura, scrittura, parole ecc. vivendole e interpretandole nelle due diverse modalità di avere o essere. Nella prima il rapporto dell’individuo con il mondo è di POSSESSO o PROPRIETA’. Nella modalità dell’essere, invece, il singolo instaura un rapporto di AUTENTICITA’ e di VITALITA’ con il mondo. Fin dalle prime righe di questo saggio, appare chiaro che l’autore disprezzi profondamente la modalità esistenziale dell’avere, che ha sì indotto l’uomo a possedere le cose ma ha anche fatto sì che le cose possedessero l’uomo, fino ad arrivare al paradosso per cui IO SONO CIO’ CHE HO. Il possesso non è inteso solo di cose materiali ma anche le cose inanimate come le persone, le idee , le abitudini. Si è creato l’abitudine all’USA e GETTA creando un CIRCOLO che si ripete all’INFINITO: acquisizione, possesso, uso transitorio,  eliminazione, nuova acquisizione. Così facendo l’io diventa  un oggetto da abbellire, possessore di una personalità fittizia, alienata.

Comprendere le differenze

LE DIFFERENZE FONDAMENTALI 

Modalità dell’avere
Modalità dell’essere

L’UOMO NUOVO E LA NUOVA SOCIETA’

Un’ ipotesi di società “mentalmente sana” è realizzabile solo se l’uomo si riconoscerà nel modello esistenziale dell’essere, smettendo così di essere alienato e diventando protagonista della propria vita. In tal modo l’uomo potrà anche ristabilire rapporti di pace e solidarietà con gli altri, rinunciando ad espandere “quantitativamente” il proprio Io e liberandosi da ciò che possiede.

L’uomo nuovo
La nuova società

Guardiamo in faccia la realtà, l’uomo é diventato un superuomo ma il superuomo con il suo sovraumano potere non é pervenuto a livello di una sovraumana razionalità. Più il suo potere cresce e più egli diventa un pover’uomo. Le nostre coscienze non possono non essere scossa dalla constatazione che più cresciamo e diventiamo superuomoni e più siamo disumani (Albert Schweitzer, al ritiro del nobel per la pace).

L’ipotesi della “città dell’essere” avanzata da Fromm non deve apparire ai nostri occhi come un mero segno utopistico, perché un nuovo mondo è possibile, dipende solo dalla volontà dell’uomo. Almeno, come dichiarò lo stesso Fromm in una intervista ci si dovrebbe prefiggere non lo scopo di raggiungere la modalità dell’essere a tutti i costi, ma la certezza di muoversi nella giusta direzione.